
La "Tour Jaune de Barabbas" è una spettacolare guglia giallastra traforata da caverne di varie dimensioni, salita per la prima volta nel 1907. Questo angolo di Valsusa, apparentemente tranquillo, nella prima metà del Novecento venne riempito di casermette, strade e fortificazioni, i cui resti sono tutt’ora ben evidenti. Una teleferica collegava Pian del Colle alle postazioni collocate sulla la linea di crinale, e quello che rimane della stazione di valle dell’opera si trova nei pressi del punto di partenza dell’escursione. Più di recente, come dal vicino Colle della Scala, da queste parti passano i migranti che, dopo essere entrati in Italia, tentano di raggiungere la Francia e i paesi del Nord-Europa.
Dall'ampio spiazzo sterrato di Pian del Colle, ignorata una diramazione verso sinistra per la cappella di San Sisto, a piedi si imbocca lo sterrato chiuso al traffico motorizzato costeggiando inizialmente il rio che percorre la Comba della Gorgia, a valle del Pas des Rousses. Superati i ruderi della stazione di valle di una teleferica militare si attraversa il rio e si sale sulla sinistra in un lariceto raggiungendo le grange Teppa (1627 m, fontana), poco dopo le quali si ignora una prima diramazione verso sinistra per il “Sentiero delle Manegere”. Poco più a monte si tralascia un’altra diramazione e si arriva poi alla benna Grangia Guiaud (1794 m, fontana). Inoltrandosi ora nel Vallone di Guiaud la stradina si trasforma in un sentiero che raggiunge dopo poco un bivio (1820 m circa, 1.10 ore). Ignorato il sentiero 710A che si diparte sulla destra (potrà servirci al ritorno) e una diramazione verso sinistra per il Pian del Sole, si esce gradualmente dal fitto del bosco attraversando un’area franosa; l’ambiente più aperto permette ora di vedere sulla destra la Tour Jaune de Barabbas e, verso il fondo del vallone, la Guglia di Mezzodì e la Punta Charrà. Con un tratto in falsopiano si raggiunge un nuovo bivio a circa 2200 metri di quota (palina, un'ora), ormai in prossimità del Col des Acles. Senza raggiungere il punto di valico si imbocca verso destra il tracciato del GR5b, segnalato con bande bianco/rosse. Il nuovo sentiero passa a fianco dell’affaccio esterno di una fortificazione sotterranea (raggiungibile con una brevissima digressione sulla sinistra) , poi perde quota con un paio di svolte e percorre poi a mezzacosta il versante sud-est dalla Guglia di Mezzodì. L’attraversamento dei franosi canali detritici che scendono dalla montagna è a volte un po’ disagevole; si ricomincia poi a salire e con alcuni ripidi tornanti si arriva a una sella del crinale che separa il vallone di Guiaud dalla Comba della Gorgia (0.40 ore).
Volendo per ampliare ancora il panorama è possibile in pochi minuti di cammino a/r per un aereo sentierino sulla destra raggiungere il rilievo quotato 2270 sulla carta militare italiana, sulla cui cima si trova una piccola targa commemorativa.
Il nostro anello prosegue ancora sul GR5b, però poco oltre il colletto è possibile con una brevissima digressione verso sinistra visitare alcune caverne che si aprono alla base dell’incombente Tour Jaune, una delle quali ospita una piccola statua della Madonna (Notre-Dame du Midì). Procedendo a mezzacosta sul GR5b si passa a fianco dell’apertura di un’altra piccola caverna e si raggiunge poi, tagliando il versante sud-ovest dalla Guglia di Mezzodì, un bel valloncello prativo dove si trova un bivio (2220 m, palina). Qui si imbocca verso destra il sentiero 710A, inizialmente non evidentissimo e ma che poi diventa chiaramente visibile ma disagevole perché profondamente eroso e infossato, tanto che conviene percorrere la traccia che si sviluppa nel prato alla sua destra. Si segue in discesa il valloncello fino ad un ripiano erboso, poggiando poi verso destra e rientrando gradualmente nel bosco con un tratto in falsopiano. Il sentiero procede inizialmente a sinistra del crinale Guiaud/Comba Gorgia poi in decisa discesa devia ancora a destra e va a raggiungere il bivio a monte della Grangia Guiaud (0.40 ore), dal quale per la strada dell’andata si fa ritorno al punto di partenza.